Scrivo questo articolo dopo mesi che vengo bombardata ogni giorno da proposte senza senso, nella speranza (sicuramente vana) di istruire chi è incaricato di gestire i contratti ad una gestione consapevole. Sarà un articolo carico di stanchezza probabilmente, perché le mail che ricevo giornalmente bloccano senza motivo alcuno il flusso del mio lavoro, quando basterebbe essere chiari fin da subito.

Sono sempre stata aperta a qualsiasi tipo di iniziativa, anche gratuita, a patto che il tutto sia chiaro ed esplicitato fin dall’inizio e che non si tratti di sfruttamento o di approfittarsi del lavoro altrui.

Devo dire che non c’è una distinzione tra privato ed azienda; molto spesso le aziende sono viste come più solide e con una concezione più corretta del valore del lavoro, ma non sempre è così.

Non farò chiaramente i nomi e cercherò di camuffare le reali richieste ricevute, ma bene o male il contenuto è questo. Avevo già scritto qualche settimana fa un paio di articoli della stessa tipologia come “quanto devo pagare un content creator”, (che di fatto contiene già alcune delle mie testimonianze su proposte ricevute)

Anche nell’articolo precedente ho messo in evidenza alcune richieste imbarazzanti, ma vorrei andare più nel dettaglio in questo articolo, spiegando come si farebbe ad un bambino del perché il lavoro va riconosciuto.

Qualche linea guida per i content creator (e vademecum per le aziende)

Prima di iniziare la lista di insoddisfazioni che ricevo giornalmente volevo consigliare qualche linea guida a tutti i creator che mi leggono, nella speranza di riuscire in futuro a costruire una community forte del proprio valore, insieme.

  • Quando il lavoro non è retribuito non è necessario mandare gli insight (ma solo dietro pagamento)
  • Non accettate mai di inserire la dicitura “ad” o “adv” se non si tratta di un lavoro ma di un favore (ahimè mi è capitata pure questa richiesta)
  • Quando una richiesta vi sembra poco sensata non abbiate timore di scrivere ad altri content creator per confrontarvi (scrivetemi pure) – in questo modo saremo tutti allineati sulla proposta e nessuno verrà sottopagato
  • Non abbiate paura di far valere il vostro lavoro, lo fate con passione, ma se ricevete delle richieste specifiche (es: noi vorremmo questo e quello, fatto così) un preventivo è sempre buona norma
  • Create un vostro tariffario da mandare alle aziende, in questo modo capiranno meglio che il nostro è un lavoro strutturato e con costi ben precisi. Ovviamente poi ogni richiesta viene valutata e può essere modulata sulla base dell’azienda che vi trovate davanti e sulla richiesta.

Detto questo ho appena creato un gruppo Telegram per tutti i creator che abbiano voglia di confrontarsi su queste tematiche (mandatemi un DM su Instagram).

Collaborazioni bloccate per 6 mesi

Mi è stato proposto di sponsorizzare sul mio sito e sui miei canali social una attività a mia scelta. Queste attività presenti sul sito hanno un prezzo che va dai 20 ai 150 euro circa e sapendo che il costo medio di un post sul blog e una condivisione social ha un valore nettamente maggiori di questi prezzi, ho optato comunque di non essere retribuita e di scegliere in cambio l’attività.

Tutto bene fino a quando non è arrivato il momento di firmare il contratto che, se letto bene, conteneva la clausola di esclusività per 6 mesi. Non solo ho dovuto leggere tutto il contratto per scoprire una cosa così fondamentale, ma se avessi svolto l’attività gratuitamente per loro non avrei potuto lavorare con altre aziende per i prossimi 6 mesi.

Lascio a voi ogni giudizio perché probabilmente potrei scrivere considerazioni che qualcuno potrebbe ritenere offensive, ma se è questa la considerazione che si ha del lavoro altrui siamo in una botte di ferro.

Richiesta di call senza alcuna motivazione

“Ciao! siamo una realtà giovane che ha appena creato questo e quello… ti va se organizziamo una call così ti spieghiamo meglio?” 

Tu sei lì che ricevi queste mail mentre stai lavorando e pensi “se mi chiedono una call dev’essere qualcosa di urgente, interessante o comunque qualcosa che mi porterà un guadagno” dal momento che devi mettere in pausa la tua giornata ed incastrare l’ennesima call. Alla fine viene fuori che volevano solo presentarti il loro progetto e che era un modo per chiederti se volevi partecipare in modo gratuito perché a loro farebbe tanto piacere averti a bordo, e poi si sa, se le cose vanno bene chi può dirlo che anche tu non possa trarne vantaggio.

Un messaggio a tutte le nuove startup, aziende, o tutti coloro che vogliono semplicemente mostrarsi al mondo gratuitamente: siate chiari fin da subito. Non fate perdere tempo alle persone. Basta davvero dire “ci piacerebbe che tu facessi questo e quello per noi, gratuitamente”. Davvero non è un crimine specificare fin da subito che si tratta di una attività gratuita ed è molto più apprezzato da parte mia che scoprirlo dopo mille domande.

Spostamenti non retribuiti

“Volevamo invitarti nella nostra sede di *città che dista 2 ore da me* per fare questo e quello”. A volte mi chiedo se le persone realmente pensino che chi ha un blog o un social non abbia una vita o trascorra la propria giornata inseguendo gli eventi. Partecipo volentieri alle nuove aperture, quando sono in prossimità della mia abitazione, ma quando si richiede una trasferta viene da sé che è implicato un costo ed un tempo.

Non venire retribuiti per il costo dell’evento stesso

Se un creator riceve un incarico a partecipare ad un evento che ha un costo, questo ovviamente non deve essere detratto dal guadagno. Se un evento ha un costo di euro 500 la fee riservata al creator non sarà 300 (ipotetica fee creator) – 500, perché oltre ad andare in negativo non avrebbe senso alcuno. Per quanto sia divertente l’evento in cui vi è richiesta la partecipazione si tratta comunque di un lavoro e chi lo fa quotidianamente sa quanto possa essere pesante passare da un evento all’altro e dover svolgere il proprio lavoro durante.

Per quanto possa sembrarti unico e splendido il tuo evento, se vi sono delle richieste particolari e precise è bene confrontarsi con il creator per comprendere se vi è una richiesta monetaria. Ho partecipato volentieri a diversi eventi inaugurativi dove ovviamente non ho fatto richiesta di compenso alcuno, ma non vi era nemmeno nessuna richiesta specifica come output.

Regalo o prestito?

Capita a volte di dover sponsorizzare (per la tipologia di profili che parlano di design ad esempio) elementi di arredo. La richiesta più assurda che questa persona ha ricevuto in questo ambito è stata la seguente: Il brand ha spedito la lampada per la quale realizzare del materiale promozionale e successivamente, senza accordo alcuno l’ha richiesta indietro. In pratica esso ha solo voluto ottenere del materiale gratuito senza pagare il content creator o utilizzare la formula del baratto (prodotto in cambio di pubblicità). Le richieste da parte di entrambi devono subito essere chiare.

Altra richiesta bizzarra è quando ti impongono un mezzo (es: monopattino, macchina) e ti viene richiesta una attività specifica da fare in una data prestabilita.

Anche in questo caso non ha senso dare al libero professionista uno strumento o un prodotto che gli è stato imposto e chiedergli di pubblicizzarlo gratuitamente, soprattutto quando vi è un vincolo di data e scelta del mezzo/prodotto.

Mi costi troppo!

Partendo dal presupposto che la maggior parte dei “social media manager” con cui ho avuto a che fare non aveva la minima idea di che cosa stessero facendo o chiedendo, tra le risposte che un content creator può ricevere è quella di essere accusato di avere un prezzo troppo alto.

Mi sono trovata a dover rispondere ad affermazioni del tipo “Se mi costi così mi aspetto un minimo risultato garantito, ma non credo tu possa fornirlo” ed è corretto, in quanto nessuno può sapere se ciò che si va a sponsorizzare, ovvero l’attività proposta, l’hotel o che altro sarà non solo di gradimento al proprio pubblico ma anche ad Instagram stesso, visto che la formula del successo purtroppo non è scritta.

“Siamo piccoli, non possiamo permetterci di pagare, meglio gratis!”

Sulla stessa onda del punto precedente ci sono le piccole/medie attività che desiderano pubblicità gratuita facendo leva sul fatto che sono una piccola attività (e che quindi giustamente dovresti lavorare gratuitamente per loro).

La loro richiesta è quella di sponsorizzare il negozio facendoti provare i loro prodotti per un totale di circa 2-3€ di merce.

Ora, mi è sicuramente capitato di provare prodotti di questo tipo e di sponsorizzarli ma non per scroccare 1€ sicuramente ma perché il prodotto era di mio interesse ed in quel momento passavo proprio a fianco al negozio. Ma come si fa invece solo a pensare che un professionista debba prendere delle ore di permesso a lavoro o sacrificare il proprio weekend per andare dall’altra parte della città per promuovere un’attività? Oltre a questo ovviamente nessuno immagina il lavoro che c’è dietro ogni reel, che può prendere anche dalle 2-3 ore di elaborazione (per quelli più semplici).

Ma soprattutto, se ci pensate, cosa vuol dire che un’attività è piccola? Se è un’azienda appena nata ed ha uno scopo lodevole ho sempre trovato piacere nell’aiutare. I piccoli liberi professionisti non sono essi stessi dei piccoli business? E perché non meritiamo dunque di essere pagati? Solo perché riceviamo richieste da aziende che non vogliono investire?

“Di solito mi pubblicizzano tutti gratis”

Questa frase direi va a completare i punti precedenti. Siccome “me lo fa gratis mio cugino” o siccome tutti gli influencer con cui ho avuto a che fare hanno promosso il mio prodotto gratuitamente, allora questa dev’essere la norma.

Non ci si è chiesti però come mai alcuni content creator abbiano deciso di pubblicizzare gratuitamente determinate attività e le motivazioni potrebbero essere le seguenti:

  • La più semplice, ovvero che il creator si trovava nelle vicinanze ed aveva piacere a provare e pubblicizzare l’azienda (questo può accadere 1,2,3 volte, ma solitamente esso ha anche una vita ed un lavoro e non passa le proprie giornate in giro per la città)
  • Si tratta di un profilo con numeri bassi che ha bisogno di materiale per crescere
  • Si tratta di un profilo finto con community inesistente (nonostante i 57 commenti sotto ogni foto, sì) – basta dare un’occhiata ai followers e a quanti reel siano andati virali
  • Si tratta di una persona che non è impiegata ed ha quindi del tempo libero

Detto questo, mi è sempre parso di capire che nel mondo un lavoro ben fatto è un lavoro ben pagato e viceversa, in linea di massima.

“Sentitevi liberi di pubblicare i nostri link”

“Ciao! ho letto con piacere il vostro articolo e non ho potuto fare a meno di notare quanto la vostra missione sia allineata con la nostra azienda. Per questo vorrei offrire alcuni materiali che i nostri esperti hanno preparato – queste risorse includono consiglio etc. Sentitevi liberi di pubblicare uno o più link sulla vostra pagina tra le altre preziose risorse che pubblicate. Vi chiedo solo di includere una menzione. al nostro sito”.

Ora, io mi auguro che chi faccia blogging anche solo di passione non sia mai cascato in una truffa di questo tipo. Qui più che una truffa sembra uno di quei fidanzati tossici che rigirano la frittata a loro favore. Non solo quindi dovremmo sentirci privilegiati per inserire un link al loro sito (facendo aumentare quindi l’autorevolezza al loro sito) ma dovremmo anche includere la menzione al loro sito. Un piano malefico geniale!

Conclusione

L’articolo verrà aggiornato ogni qual volta mi solleticherà il ricordo di esperienze passate o di nuove proposte da parte delle aziende. Spero in questo modo di aver trasmesso un po’ più di consapevolezza a quelle aziende che si accingono a collaborare con i content creator.

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